La percentuale di terreni agricoli dell’Unione Europea coltivati con metodo biologico è aumentata di oltre il 50% nel periodo 2012-2020, con un incremento annuo del 5,7%. Nel 2020, in Europa 14,8 milioni di ettari di terreno sono stati coltivati a bio, pari al 9,1% della superficie agricola europea, e a quasi il 20% delle superfici coltivate a bio in tutto il mondo.
In media, anche se con notevoli variazioni tra gli Stati membri, le aziende agricole biologiche sono più estese di quelle convenzionali. Nella maggior parte dei Paesi, le aziende bio o in via di conversione al bio attraggono soprattutto giovani agricoltori rispetto alle aziende convenzionali. In media circa il 21% delle aziende biologiche nel 2020 avevano agricoltori sotto i 40 anni, mentre nelle aziende convenzionali questa proporzione si ferma al 12%.
In termini di gender, nel 2020 la quota di aziende bio condotte da donne è stata minore rispetto alle aziende convenzionali, 26% rispetto al 32%. Tuttavia in otto Paesi europei la quota di conduzione femminile delle aziende bio è più alta rispetto alle aziende convenzionali (Bulgaria, Cechia, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Francia e Austria).
A fronte della crescita della produzione, le vendite al dettaglio di prodotti biologici sono raddoppiate nell’Ue tra il 2015 e il 2020. Queste sono alcune delle principali conclusioni del ‘Market Brief on organic farming’ sull’agricoltura biologica pubblicato dalla Commissione europea.
I quattro Paesi con la maggiore superficie coltivata a biologico nell’Ue sono Francia, Spagna, Italia e Germania, che insieme rappresentavano il 52% del totale nel 2012 e il 59% nel 2020. La quota maggiore della superficie coltivata con metodo biologico nell’Ue è stata dedicata ai prati permanenti (42%), seguiti dai foraggi verdi (17%), dai cereali (16%) e dalle colture permanenti, come frutta, olive e vigneti (11%). Nonostante la crescita significativa, la produzione degli allevamenti biologici rappresenta ancora una piccola quota della produzione animale totale dell’Ue: tra l’1% e il 7% a seconda del settore.
In un momento in cui è fondamentale per l’Ue ridurre la propria dipendenza dai fertilizzanti per ragioni geopolitiche, ambientali ed economiche, i dati della Rete d’informazione contabile agricola (Rica) dell’Ue dimostrano che le aziende agricole biologiche spendono molto meno per questi prodotti e per i pesticidi rispetto alle aziende agricole convenzionali. Le aziende agricole biologiche che producono seminativi risparmiano il 75-100% sui costi dei prodotti fitosanitari per ettaro e il 45-90% sui costi dei fertilizzanti per ettaro rispetto alle aziende agricole convenzionali.
Secondo lo studio, le aziende agricole biologiche hanno in media rese più basse (5-30% in meno per le rese delle colture, ad esempio) e in alcuni settori hanno un maggior bisogno di manodopera per produrre lo stesso valore di produzione delle aziende agricole convenzionali. L’agricoltura biologica permette comunque una maggiore biodiversità (+34%) rispetto al convenzionale. E le aziende bio generano comunque un reddito per lavoratore simile o superiore grazie alla maggior valore dei prodotti.
La crescita delle vendite di prodotti biologici è stata particolarmente forte durante la pandemia Covid-19: frutto di una maggiore attenzione dei consumatori alle questioni di salute, di un maggiore consumo di cibo a casa e della carenza di cibo convenzionale. Gli attuali sviluppi economici, come l’inflazione alimentare, influenzano tuttavia il potere d’acquisto dei consumatori dell’Ue e incidono sulla domanda di prodotti biologici.