Attualmente sui campi coltivati del pianeta sono spruzzate oltre 4 milioni di tonnellate di pesticidi ogni anno: quasi l’80% in più rispetto al 1990. Sostanze chimiche che avvelenano prima di tutto gli agricoltori: sono infatti circa 385 milioni i casi di avvelenamento da pesticidi che si registrano in particolare nel sud del mondo. È un mercato che ha raggiunto un valore complessivo di oltre 84 miliardi di dollari (2019) e che continua a crescere, +4% annuo dal 2015. Un mercato enorme controllato per oltre il 70% da sole 4 multinazionali (Syngenta, Bayer, Basf, Corteva).
Sono alcuni dei numeri contenuti nell’Atlante dei Pesticidi, presentato dalla coalizione Cambiamo Agricoltura nell’ambito della Festa del bio. Oltre 60 pagine che mostrano l’impatto prodotto dall’utilizzo di queste sostanze sull’ambiente, sulla biodiversità e sulla salute delle persone. L’utilizzo sempre più intenso della chimica di sintesi ha innescato un circolo vizioso. A far aumentare l’impiego dei pesticidi sono infatti anche fenomeni come il degrado del suolo e la perdita di biodiversità prodotti proprio dall’utilizzo delle stesse sostanze chimiche che vengono usate per compensare le difficoltà create.
Sull’impoverimento del suolo legato all’uso delle sostanze chimiche di sintesi, l’Atlante cita i risultati de “La Compagnia del Suolo”, progetto di Cambia la Terra. Una nostra campagna dimostrativa che ha esaminato campioni di terreno in 24 campi convenzionali evidenziando la presenza di 20 sostanze chimiche tra insetticidi, erbicidi e fungicide nei campi convenzionali. La sostanza più rilevata è il glifosato, che compare in 6 campi convenzionali su 12.
“È un dato di fatto – si legge nel Rapporto – che la quantità di carbonio organico, che dipende sia dalla biodiversità del suolo che dalla presenza di microelementi, è maggiore nei campi non trattati con chimica di sintesi. In questo senso, l’agricoltura biologica rappresenta un riferimento possibile anche per il resto delle pratiche agricole: la desertificazione sta colpendo fortemente i suoli di tutto il mondo”.
Anche la crisi climatica può essere un incentivo all’impiego di pesticidi. Secondo uno studio dell’Università di Seattle (USA), l’attività degli insetti nelle regioni agricole aumenterà con l’incremento delle temperature. Ci saranno perdite per riso, mais e frumento del 10-25% per ogni grado centigrado in più. La crisi climatica, infatti, sta alterando le popolazioni di insetti nocivi e il rapporto fra questi e gli insetti utili. Gli insetti cercano condizioni favorevoli e si spostano in nuove aree che sono prive dei loro antagonisti naturali. Ciò provoca un aumento delle popolazioni e dei danni alle colture. Inoltre, il potenziale naturale delle piante di resistere agli insetti nocivi diminuisce a causa dello stress correlato al clima.
Nell’Atlante sono anche riportate le conseguenze sulla salute umana. Numerose sono le evidenze scientifiche che collegano l’esposizione ai pesticidi con l’insorgenza di tumori, soprattutto nelle categorie più esposte, come gli agricoltori, ma anche in quelle più sensibili come i bambini. Le schede dell’Atlante dei pesticidi presentano dati, grafici ed informazioni utili per comprendere meglio la relazione tra uso dei pesticidi e salute umana, oltre agli impatti sul suolo, sulle acque superficiali e sotterranee e sulla biodiversità naturale.
“Siamo fiduciosi che questo documento, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario”, afferma Marc Berthold, direttore della Heinrich-Böll Stiftung Parigi, fondazione tedesca che dal 2022 segue anche numerosi progetti sui temi della transizione socio-ecologica nel nostro Paese.
Le alternative ai pesticidi già ci sono. “La crescita dell’agricoltura biologica in Italia, che nel 2022 ha coinvolto il 17,4% della superficie agricola utilizzata, è la prova che oggi esistono già tutte le buone pratiche e molti mezzi tecnici per eliminare del tutto o ridurre in modo significativo l’uso dei pesticidi. Ora i decisori politici hanno il potere e la responsabilità di dare la spinta decisiva alla transizione agroecologica della nostra agricoltura, sostenendo con convinzione l’approvazione del Regolamento UE per la riduzione dell’uso dei pesticidi entro il 2023. Devono solo averne il coraggio e la necessaria determinazione”, concludono le associazioni della Coalizione Cambiamo Agricoltura.