Buone notizie per le api e tutti gli insetti impollinatori. La Commissione europea ha infatti introdotto delle nuove norme per azzerare l’uso di due pesticidi: il clothianidin e il thiamethoxam. Si tratta di due sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, il cui uso all’aperto era già stato vietato dall’Unione europea nel 2018. Secondo la valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), infatti, i due pesticidi, della classe dei neonicotinoidi, rappresentano un rischio elevato per le api e contribuiscono al declino globale degli insetti impollinatori.
Le nuove norme ridurranno i limiti massimi di residui per queste sostanze al livello minimo misurabile, ovvero allo 0,001 milligrammi al chilogrammo e si applicheranno a tutti i prodotti ottenuti nell’UE e anche agli alimenti e ai mangimi importati. La norma varrà dal 2026. Una decisione che segna un altro importante passo in avanti nella lotta contro i pesticidi che, di fatto, sono ancora troppo presenti nel nostro suolo, come segnalato dall’Atlante sui pesticidi.
A sottolineare l’importanza della decisione è la stessa Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare, che sottolinea: “Per quanto riguarda l’uso di pesticidi e i rischi derivanti, siamo sempre stati chiari sul nostro impegno nel proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente”. La commissaria spiega che per la prima volta i livelli massimi di residui di pesticidi tollerati saranno quasi azzerati per affrontare in modo netto l’emergenza che riguarda il declino degli insetti impollinatori e la necessità di proteggere il Pianeta, come previsto dagli obiettivi della strategia Farm to Fork.
Secondo i dati dell’Ispra, quasi il 90% delle piante selvatiche che fioriscono e oltre il 75% delle principali colture agrarie esistenti necessitano dell’impollinazione animale per garantire la produzione e la qualità dei prodotti. Un lavoro, quello di api, farfalle, vespe ma anche delle zanzare, fondamentale per la produzione del cibo che arriva sulle nostre tavole.
Eppure, nonostante siano così preziosi, i numeri parlano chiaro: secondo uno studio dell’University College London (UCL), pubblicato su Nature, in Europa in pochi decenni la loro presenza è diminuita tra il 30 e il 50%, mentre in Germania in meno di trent’anni si arriva addirittura a una riduzione del 76% della biomassa degli insetti volanti. Le cause sono da imputare all’agricoltura intensiva e al cambiamento climatico.