Il sistema di controlli ambientali e sanitari monitora la presenza di pesticidi negli alimenti e nell’acqua. Nel suolo, primo organo recettore delle sostanze chimiche di sintesi utilizzate nell’agricoltura convenzionale, la presenza di molecole potenzialmente dannose per l’ambiente non viene invece rilevata su larga scala, così come non si eseguono analisi sull’impatto dei pesticidi nell’organismo umano. Oggi vengono utilizzati circa 1.000 differenti pesticidi basati su 800 sostanze attive e il numero dei composti sta crescendo nel mondo. Come si legge nel rapporto FAO “Global assessment on soil pollution” (2021) “l’uso eccessivo e improprio dei pesticidi causa danni indesiderati a specie non target, mentre la persistenza nell’ambiente e i residui tossici possono impattare su specie utili e organismi non target, come gli umani, e possono contaminare le acque e i suoli a scala globale, incluse aree remote come quelle polari”. Cominciare a proteggere il suolo iniziando dall’agricoltura, una delle attività che maggiormente si basano sull’utilizzo dei terreni e maggiormente ne hanno bisogno, è quindi sempre più necessario per difendere la nostra salute.