Clima e ambiente

Inserito nella legge di bilancio un finanziamento ai Distretti del cibo per promuovere lo sviluppo territoriale e la coesione e l’inclusione sociale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale

Il dicamba è utilizzato negli USA dagli anni '60 ma la nuovo formulazione ha già raccolto attestati di neurotossicità, danni al sistema riproduttivo e tossicità per gli uccelli e le specie acquatiche, percolazione nelle acque sotterranee. Monsanto ha speso più di un miliardo di dollari per una fabbrica in Lousiana e conta di ricavare almeno 350 milioni di dollari l'anno

Unep e Oms firmano un’intesa per intensificare le azioni comuni per combattere l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la resistenza antimicrobica, nonché migliorare il coordinamento della gestione dei rifiuti e dei prodotti fitosanitari, la qualità dell'acqua e i problemi alimentari e nutrizionali

La riduzione degli impatti ambientali del sistema alimentare richiede un uso più efficiente e sostenibile delle risorse naturali, cambiamenti nei metodi di produzione, scelte alimentari e diete e riduzione dei rischi ambientali attraverso l'eliminazione graduale dell'uso di sostanze chimiche dannose. L’analisi del rapporto dell'Agenzia Europea dell’Ambiente

Le produzioni alimentari da filiere corte, biologiche e locali danno un contributo importante a ridurre la perdita e lo spreco di cibo, evitando rilevanti ripercussioni negative sia a livello socio-economico che ambientale. Secondo la FAO, un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale (1,3 miliardi di tonnellate edibili) vengono perduti o sprecati ogni anno lungo l'intera catena di approvvigionamento, per un valore di 750 miliardi di dollari. Un rapporto di Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente

Uno studio dell’istituto Fibl certifica che tutta la terra può essere convertita al biologico, riuscendo a dar da mangiare a una popolazione in crescita. Ma la produzione di mangimi per allevamento e gli sprechi alimentari andrebbero ridotti del 50%. Un tale sistema alimentare avrebbe un basso impatto ambientale, con minori emissioni di gas serra, e un minimo aumento delle superfici agricole